mercoledì 22 aprile 2015

Giapponese e drink anti-sbronza

Dopo aver visto svariati anime con sottotitoli e dopo mesi passati a giocare sulla nientendo ds a giochini sul giapponese e/o solo in giapponese, tra cui un bellissimo e azzeccantissimo karaoke ritmico, mi sono decisa a imparare un po’ di più questa affascinantissima lingua. Per il momento sono arrivata a memorizzare qualche vocabolo ed a scrivere i primi hiragana (hihihihi ma so già scrivere sushi e solo per questo sono molto orgogliosa di me!!).

Questa premessa vi sarà utile per comprendere lo step successivo!!

Qualche giorno fa sulla mia bacheca di fb è apparso questo post 10 cose fantastiche che potete trovare nelle farmacie Giapponesi! pubblicato da mangaforever.net (vi consiglio, se non l’avete ancora fatto, di darci un’occhiata perchè è veramente molto kawaii!!). Ovviamente mi sono catapultata a guardarlo e sfogliando le immagini ho avuto un’illuminazione:via mangaforever.net
nella didascalia riportava drink anti-sbronza e subito mi sono venute in mente le immagini dell’ultima pasquetta passata ad osservare i risultati “in vivo” su piccolo campione degli effetti di una massiccia assunzione di bevande alcoliche e ho pensato perchè non scrivere un post! e grazie alle mie capacità di leggere l’hiragana (e alla grande scritta in romanji) mi sono messa subito alla ricerca!

per comodità ho diviso il post in tre parti: la prima, che è appunto questa, la seconda sulla metabolizzazione dell’alcol e la terza su cosa contiene questo drink, come dovrebbe agire e qualche valida alternativa reperibile qui da noi!

il drink si chiama ukon no chikara che letteralmente significa il potere della curcuma (ed io che ho fatto la tesi sperimentale sulla curcuma non potevo non sentirmi esaltata anche solo per questo!!). Da conoscenze di bibliografia sapevo che i nipponici (e in generale gli orientali) hanno più difficoltà a metabolizzare l’alcol e ricordo di aver già visto un drink del genere nel bellissimo documentario TOKYORAMA fatto da La Pina e Diego (se non lo avete visto ve lo consiglio! è fighissimo!! link youtube) e già allora mi aveva incuriosito ma non essendoci nessun nome da cui far partire la ricerca la cosa finì lì! Una cosa curiosa che ho letto è che, diversamente da noi, in Giappone vomitare dopo una serata passata con gli amici non è cosa per cui verrai biasimato ma rappresenta un gesto di grande generosità!  perchè vuol dire che, per stare con gli amici, hai bevuto sacrificandoti, anche se sapevi di non poter reggere l’alcol !

okai ma per i nipponici basta davvero una piccola quantità di alcol per stare male avendo (la maggior parte della popolazione) mutazioni negli enzimi che servono a metabolizzare gli alcolici (ma questo lo spiegherò meglio nel secondo post). Per questa motivazione in Giappone tutti i rimedi per superare il futsukayoi (sbornia, hangover, resaca) sono molto in voga! Da noi le regole base sono: non essere a stomaco vuoto (anche se molti lo preferiscono!), bere molta acqua, non mischiare diversi alcolici e mai passare da gradazione maggiore a gradazione minore! (almeno questi sono quelli che conosco io).

In Giappone esistono diversi rimedi alcuni da mettere in pratica prima di bere alcolici come l’ukon no chikara che attualmente è molto di moda tanto da essere venduto sia in farmacia che nei club e nei pub ed è spesso lo sponsor di festival della birra e feste in generale.
via wyanwyan (instagram)via ukonpower (instagram)

anche le prugne umeboshi andrebbero mangiate prima di bere.
via tokyofoodfilevia japanesefoodstory
Importate dalla Cina dove sono utilizzate da oltre 3000 anni come medicinali (proprietà antipiretiche, astringenti e benefiche per lo stomaco. usate per drenare fegato, reni e polmoni) le umeboshi (ume essiccate) sono entrate a far parte della cucina tradizionale giapponese.

Si tratta di una varietà di piccole albicocche (ume - prunus mume) che vengono raccolte ancora verdi (quando il contenuto in acido citrico è al massimo) all’inizio dell’estate, messe in ammollo in acqua per una notte, per allontanare il sapore amaro che posseggono. Il giorno successivo l'acqua viene scolata via, e le albicocche vengono fatte stagionare per un mese sotto sale marino in appositi barili di legno su cui vengono appoggiati dei pesi. Quindi vengono fatte essiccare al sole su stuoie di bambù per una settimana. In questo modo viene eliminato l'eccesso di acqua ed i frutti acquistano il caratteristico aspetto rugoso. Nella prima stagionatura il sale ha contribuito a portare via parte dell’acqua contenuta nelle albicocche e sul fondo dei barili  si è  formato l'acidulato di Umeboshi, l’Umezu (usato al posto dell’aceto o della salsa di soia).  Si procede quindi alla seconda stagionatura: le albicocche vengono rimesse sotto sale con foglie di shiso arrotolate a mano (Laminaria Purpurea, che conferisce il colore rosso e funge da consevante naturale), e sono poste a macerare nei barili per 6/12 mesi (o più a lungo).

Le proprietà tradizionalmente attribuite alle Umeboshi sono dovute all’alto contenuto in acido citrico (aiuta a metabolizzare l'acido lattico e i metaboliti acidi che si sviluppano in seguito al consumo di alimenti acidificanti; facilita l'assorbimento intestinale di ferro, calcio, fosforo e magnesio il cui contenuto è molto alto in questi frutti ), al sale marino con cui le Umeboshi vengono fatte stagionare (ricco in sali minerali contribuisce all’effetto alcalinizzante), alla presenza di battericidi naturali (utili per diarrea, febbre, mal di gola, raffreddore), acido picrico (tonifica il fegato e favorisce il drenaggio epatico) catechina (accellera i movimenti peristaltici, facilita la digestione delle proteine e ha un effetto antisettico) pectina (utile contro la stitichezza)

per quanto riguarda l’assunzione di alcolici: viene considerato utile per la digestione, per la prevenzione della nausea e della tossicità sistemica derivente dai postumi di una sbornia (il rimedio consiste nel mettere a bagno un’umeboshi in acqua bollente/tè bancha quindi bere l’infuso e mangiare l’ume.)

Un rimedio utile a combattere i sintomi della sbornia (e quindi dopo aver bevuto) è la zuppa di miso:
via ranchu0325via missbluebella (instagram)
Il miso (fonte di sapore) è una pasta di fagioli di soia marinati e fermentati che può essere composta da sola soia (hacho miso), o da soia ed altri cereali come il muji miso (miso di orzo) oppure il kome miso (miso di riso).

La preparazione del miso consiste nel far ammollare e cuocere i fagioli di soia, trasferire poi il composto pressato in grandi recipienti di legno e lasciarlo fermentare in acqua salata per 12-24 mesi (ma anche fino a quattro anni), a seconda del risultato che si desidera.

Il miso presenta un alto tasso di proteine di facile digeribilità ed alto valore biologico (contengono tutti gli otto amminoacidi essenziali), è inoltre ricco di enzimi attivi (favoriscono la digestione), lactobacilli simili a quelli dello yogurt (migliorano la flora intestinali), carboidrati, oli essenziali, vitamine (principalmente del gruppo B) e sali minerali alcalinizzanti (magnesio, calcio e sodio). Inoltre contiene acido linoleico, omega 6, lecitina (utile a diminuire il colesterolo ed aumentare l’elasticità dei vasi sanguigni), e un alto tasso in fenoli e flavonoidi (potente attività antiossidante).
Il miso può essere usato come un dado vegetale aggiunto solo a fine cottura in zuppe, minestre, piatti di verdure cotte e cereali.

per quanto riguarda l’assunzione di alcolici: viene considerato utile per facilitare la digestione e reintegrare la flora intestinale, reidrata l’organismo e apporta carboidrati che attenuano il mal di testa causato da ipoglicemia (nel secondo post spiegherò meglio anche questo detteglio), apporta vitamine del gruppo B (l'organismo spende alcune importanti vitamine del gruppo B per la detossificazione dell'etanolo) e apporta proteine di facile digeribilità. Per aumentare ancora di più proteine e carboidrati in Giappone consigliano di mangiare una zuppa di miso con shijimi.

Gli shijimi sono piccoli molluschi selvatici di lago :
via casadeki (instagram)via jcookjp (instagram)
queste piccole vongole vengono raccolte manualmente senza l’impiego di macchinari con l’utilizzo di  gondole principalmente nelle acque di tre laghi giapponesi là dove si uniscono acqua dolce con acqua salata. Sono ricche in oligoelementi, vitamine (in special modo quelle del gruppo B), proteine ed amminoacidi (ben 100) che aiutano il fegato a funzionare al meglio. In particolare ornitina, amminoacido non proteinogenico, che facilita l’eliminazione delle tossine dall’organismo contribuendo quindi alla salute del fegato e che svolge un ruolo centrale nell’eliminazione dell’ammoniaca attraverso il ciclo dell’urea e la taurina che favorisce l’assorbimento dei lipidi e delle vitamine liposolubili, aiuta il fegato a sintetizzare la bile migliorando la digestione dei lipidi.

Sempre da assumere per attenuare i sintomi della sbornia c’è il nomikata via j-eszhang (instagram)via ajinomoto.co.jp
che è a base di estratto di shijimi. contiene: alanina, acido glutammico, acido citrico, aspartame, fenilalanina e aromi. Non sa di pesce ma ha un aroma di prugna.

Quando la glicemia è bassa l’organismo reagisce rilasciando glucagone che va ad attivare la beta ossidazione degli acidi grassi ed attivare la gluconeogenesi epatica per ottenere nuovo glucosio a partire da catene carboniose di amminoacidi provenienti dalla degradazione muscolare. Quest’ultima via metabolica passa attraverso l’alanina che a livello degli epatociti (citosol) viene trasformata in piruvato da cui si può sintetizzare de novo una molecola di glucosio. Anche l’acido glutammico è un aminoacido gluconeogenetico, rappresenta la principale fonte di energia delle cellule cerebrali ed inoltre gioca un ruolo fondamentale sulla biosintesi degli altri amminoacidi (è il principale donatore del gruppo amminico). agisce come neurotrasmettitore di stimoli eccitatori ed è precursore del principale neurotrasmettitore inibitorio (GABA). La fenilalanina agisce da analgesico naturale aumentando la produzione e prolungando l’emivita delle endorfine, encefaline e dimorfine, è il precursore della tirosina un fondamentale substrato per la sintesi di neurotrasmettitori e aumenta i livelli ematici degli stessi (in particolar modo dopamina e norepinefrina) con piccoli effetti sull'umore che sono maggiormente osservabili quando l’organismo è sottoposto a condizioni di stress.

Un’altro toccasana è il kaki (Diospyros kaki):
linda_loveshealthvia emma_gespaher_love
infatti il frutto fresco è ricco in fibre (2.5%) e presenta un’alta percentuale di acqua (circa 80%), di zuccheri (16-18%) e di sali minerali alcalinizzanti: potassio,fosforo, magnesio, calcio, sodio, selenio e manganese. è ricco di composti antiossidanti (vitamina C, beta-carotene (precursore vitamina A), licopene, zeaxantina e criptoxantina ) che svolgono una potente azione scavenger contro radicali liberi e specie reattive dell’ossigeno. Il kaki è una fonte di vitamine del gruppo B che agiscono da cofattori enzimatiche per numerose funzioni metaboliche. Nella medicina tradizionale giapponese il succo e l’aceto di kaki sono utilizzati per abbassare la pressione sanguigna. Recenti studi giapponesi hanno confermato la sua azione antiipertensiva dimostrando che il frutto e l’estratto di foglie di kaki sono in grado di inibire l’ACE (enzima convertitore dell’angiotensina) e di potenziare la produzione di ossido nitrico (vasorilassamento) e che elevati consumi di licopene e di proantocianidine (epigallocatechina-3-O-gallato) sono in grado di ridurre l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità LDL in modo da abbasare il rischio di malattie cardiovascolari.  Inoltre le proantocianidine possono inibire l’attività degli enzimi amilasi e glucoside responsabili dell’assorbimento del glucosio nell’intestino.

per quanto riguarda l’assunzione di alcolici:  i kaki forniscono acqua, sali minerali e zuccheri di facile assorbimento (in grado di fornire energia immediata) particolarmente utili per attenuare il mal di testa determinato da disidratazione e ipoglicemia alcolica. Inoltre consumare kaki prima di bere alcolici riduce il contenuto di alcool nel sangue del 40% e di acetaldeide del 30%. Autori coreani riferiscono che snacks a base di kaki essiccato abbassano la concentrazione di alcool nel sangue di circa il 20% dopo novanta minuti dall’assunzione. Altri autori indicano che il consumo di aceto di kaki è in grado di mitigare i disordini metabolici dovuti alla somministrazione cronica dell’alcool. Anche il licopene è un potente antiossidante e riduce l’infiammazione causata dall’abuso di alcol. Altri studi inoltre hanno dimostrato che una dieta contenente frutti di kaki maturi riduce il colesterolo totale del 20%, le LDL del 31% ed i trigliceridi del 19% e di conseguenza è in grado di prevenire la steatosi epatica.

ed infine il pokari sweat:
via punxie89 (instargam)via arisalan616 (instagram)
che è una sorta di gatorade, con un sapore dolce-salato di pompelmo. Basicamente serve a reintegrare acqua, zucchero e sali minerali che possono essere stati persi con il vomito o per disidratazione e per contrastare gli effetti dell’ipoglicemia.

Xoxo P.

4 commenti:

  1. Oddiooooo i giapponesi ne sanno una in più del diavolo! ahahah ! divertente questa cosa chissà se funziona sul serio! :,)

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  2. Certo è bene portarne uno sempre con se in borsetta, non si sa mai la cameriera porti per sbaglio una bevanda alcolica all'unico astemio della comitiva!!! (esperienza di sabato ;) ).
    Comunque non sapevo che i nipponici fossero così suscettibili all'alcol.

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  3. vomitare è un gesto di grande generosità perchè vuol dire che, per stare con gli amici, hai bevuto sacrificandoti, anche se sapevi di non poter reggere l’alcol. bene, mi pare un'ottima giustificazione. spargerò la voce visto che fra un po' qui da me partiranno con gli happy hour e di ste cose se ne vedono tutte le sere :D

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  4. interessantissimo e carinissimo questo post :) non sapevo queste cose sui giappponesi :D

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