
“finché esisteranno i colori di queste case esisterà la felicità nel mondo” come recita un’antica leggenda che parla di Calitri, borgo dell’alta Irpinia che si trova su una collina di 601 metri di altezza posta al confine con la Basilicata.

la natura tufacea della collina ha dato origine ha molte grotte naturali dove hanno trovato rifugio le popolazioni locali già nel neolitico, come dimostrano le punte di selce trovate in scavi archeologici. successivamente l’uomo ha scavato nuove grotte ed ha adeguato le esistenti ampliandole e rendendole più stabili.

con il passare del tempo è nato il centro storico, posto a ridosso del castello del XI secolo, che appare come una piramide di case colorate che seguono la struttura della collina. oggi le grotte sono state trasformate in stalle, depositi, cantine per far stagionare formaggi e salumi ma anche piccoli ristorantini caratteristici.


Il nome Calitri deriva da “galatro” una pianta graminacea o dalla città greco- etrusca Alètriom, che avvalorerebbe l’ipotesi di una colonia etrusca in questa zona.


il castello era chiuso, L’artista del paese ci spiega che per organizzare una visita basta recarsi nel comune e al momento aprono le porte. ma nel comune non siamo riusciti ad incontrare nessuno.





bussiamo al centro di informazione turistica ma anche qui nessuna risposta!






tra i vicoletti deserti facciamo un buffo incontro! Jhon ed il suo cagnolino Baba, un chihuahua “piccolo di taglia ma leone nello spirito” ci spiega jhon “non ha più i denti perché ha 13 anni ma adora le polpette e il prosciutto!”


Jhon ci racconta di essersi trasferito a Calitri dopo la pensione seguendo le origini della famiglia della moglie, che si affaccia in quel momento dal piccolo balcone sopra le nostre teste salutandoci, “io dico sempre che siamo dei rifugiati politici, in America non avevamo amici veri, qui ci conosciamo tutti! ci troviamo bene”

Jhon ci dice che il periodo migliore per venire a Calitri è l’state quando Vinicio Capossela, calitrano doc, organizza il suo “sponz fest”, le stradine si riempiono di gente, musica, vino, si mischiano le lingue ed i sapori. Il resto dell’anno si respira molta tranquillità.

prima di salutarci Jhon ci consiglia l’osteria le tre rose per mangiare bene e tipico “la trovate di sicuro aperta, ci andiamo anche noi calitrani”.








riscendendo incrociamo di nuovo l’artista che ci consiglia le piccole botteghe dove poter acquistare i migliori salumi e formaggi di Calitri.








Arrivati a “le tre rose” ci troviamo in una piccola osteria profumata di pane, ai tavoli c’è chi passa la pausa pranzo, turisti, chi festeggia il compleanno, ragazzini che con cocacola e piattoni di pasta chiacchierano allegramente.

ordiniamo un pò di tutto: antipasto con salumi e formaggi tipici serviti con melanzane calitrane e fette di “ruota di carro”, pane tipico

i
cingul' ( simili ai cavatelli pugliesi) serviti con ragù e pecorino:

Ravioli salvia e pepe
cannazze (ziti spezzati) servite con ragù e pecorino grattugiato:

Ricotta e Pera:




Tappa obbligata la caciocavalleria D&D, che con il latte prelevato porta a porta dagli allevatori locali produce la "schiena d'asino", un particolare tipo di caciocavallo stagionato nelle antiche grotte del Borgo .

Questo è il “salame dell’emigrante” : nascondevano il salame nel caciocavallo per poterlo portare in America.

nella salumeria chiedo dove poter acquistare questi bellissimi piatti calitrani e la signora mi accompagna nella bottega di Rosa














la piccola chiesa di santa Lucia eretta intorno al 1580 da dove si può scattare la foto panoramica di tutti i tetti colorati



”ci si innamora di un’imperfezione”


xoxo P.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento